
La recente tragedia ferroviaria di Bari è stata giustamente giudicata dal Presidente della repubblica inammissibile. Aggiungerei “inconcepibile” da un punto di vista del livello di digitalizzazione attuale.
Ma vediamo nella brevità di questo post come i big data e gli attuali già esistenti livelli di digitalizzazione potevano ma soprattutto potrebbero evitare disastri futuri.
Dunque big data dal punto di vista tecnologico e soprattutto crowdsourcing dal punto di vista organizzativo.
L’idea alla base, che potrebbe ispirare una start up, è quella di sfruttare in tempo reale le informazioni di localizzazione e spostamento in primis del personale addetto al treno e in seconda istanza degli stessi passeggeri del treno al fine di generare sistemi ridondati di sensing e di allerting in tempo reale a vari livelli locali e globali.
La domanda che nasce spontanea è: “Già ora utilizziamo in tempo quasi reale informazioni massive aggregate per pianificare e ottimizzare i nostri spostamenti (google maps ma non solo questo). Perché allora non proviamo ad usare gli stessi dati per garantirci la sicurezza del percorso stesso?”
Nel caso generale il problema è complesso e per lo più infattibile allo stato attuale della tecnologia. Ad esempio per le auto il tempismo fra rilevazione dell’informazione critica, allerting oppure acting (frenare o cambiare direzione) è molto ridotto e talvolta sotto il secondo. Vi sono applicazioni su alcuni modelli ma i sistemi sono locali al mezzo e hanno costi non affatto trascurabili nella attuale fase iniziale.[...]
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